Care sorelle e cari fratelli in Cristo,
La proposta di preghiera e di riflessione di questa settimana per l’unità dei cristiani (2015) ci arriva dal Brasile. Il brano ci propone l’incontro tra Gesù e una donna della Samarìa che diventa simbolo dell’incontro e della relazione tra Dio e l’uomo. Samaria era una regione che si trovava fra Giudea e la Galilea. Tra samaritani e giudei esisteva un antico conflitto, perché gli antenati dei samaritani si erano separati dalla Monarchia del Sud, e successivamente dopo l’invasione degli Assiri si mescolarono con i popoli pagani. Per i Giudei, i Samaritani erano un popolo “impuro”, per il fatto che si inchinavano agli idoli, ma anche per il fatto che abbiano cambiato il luogo d’inchino, Gerusalemme con il Monte Garizim. Per un Giudeo era insulto molto grave essere paragonato ad un samaritano. Gesù arrivò a mezzogiorno alla città di Sicàr, dove c’era il pozzo di Giacobbe. Assetato, stanco di camminare si fermò e mentre stava riposando, arrivò al pozzo una donna samaritana per prendere l’acqua. Gesù le disse: «Dammi un po’ d’acqua da bere». La donna rispose: «Perché tu che vieni dalla Giudea chiedi di bere da me che sono Samaritana?» Si sa che i Giudei non hanno buoni rapporti con i Samaritani. I due temi su cui mi fermerò in questa sera sono: 1. L’incontro tra Gesù e i pagani e. il secondo riguarda Gesù l’acqua viva
L’incontro tra Gesù e i pagani
Che cosa intende, dunque, il vangelo di Giovanni, quando dice: “perciò doveva attraversare la Samaria”? Più che una questione geografica, è una precisa scelta di Gesù: “attraversare la Samaria” significa che era necessario l’incontrarsi con l’altro, chi è diverso, chi è spesso visto come una minaccia. E interessante vedere che Gesù non cessa di essere Ebreo, anche se ha bevuto dall’acqua offerta dalla Samaritana. Giovanni evidenzia che “attraversare la Samaria” è una scelta di Gesù; rispetto alla sua gente, egli è aperto al dialogo con coloro che sono differenti, aperto alle altre culture, religioni, aperto verso tutti. Nessuna persona, nessuna cultura da sola sono autosufficienti!
Uno dei più importanti apologisti greci che ha cercato un dialogo della teologia cristiana con il mondo pagano, anche grazie all’aiuto della filosofia del epoca è stato il filosofo e il martire Giustino (†168), che parla del lógos spermatikós. Che cosa e questo logos per Giustino? Sono le particelle del Logos eterno diffuse nel cosmo e a cui tutti gli uomini possono prendere parte al Verbo divino. Queste particelle sono semi della verità diffuse in tutte le nazioni, in virtù delle quali già filosofi precristiani, nei loro pensieri e nel loro agire, “erano cristiani” prima del Incarnazione di Gesù. Con l’aiuto di questi semi, piantati nei pensieri, gli uomini potevano avere una conoscenza parziale di Dio. Il Logos- Gesù è l’albero della vita che emana tutte le verità che esistono nel mondo. Giustino considera che le conoscenze precedenti alla sua venuta sono semi parziali del Verbo, invece Cristo è: “il centro, il tronco da cui ricevono la loro linfa i rami di ogni verità, giustizia e speranza; l’unico perfetto, è il corpo, rispetto al quale le altre creazioni sono frammenti”.
E importante di sottolineare che in un testo del filosofo Socrate appare, l’immagine del Logos perseguitato, due uomini; uno giusto, altro veramente ingiusto, testo che è stato considerato una profezia extrabiblica delle passioni di Gesù: Lui dice che: Il giusto sarà flagellato, torturato, gettato in ceppi, avrà bruciati gli occhi e infine verrà impalato”.
Gesù entrando in contato con le terre pagane compie le profezie che erano fate, non soltanto dai profeti del Antico Testamento, ma anche dai filosofi antici.
Santo Basilio il Grande, il vescovo di Cesarea di Cappadocia nel “Discorso ai giovani” enuncia la possibilità per i cristiani d’incontro, e dialogo con un pagano, di utilizzare con alcune attenzione elementi della loro letteratura, sottolineando che i giovani devono avere la stima per la cultura in generale, e per i valori umani, e che questi hanno modo di assimilare gli elementi positivi che aiutano alla formazione intellettuale, ma nello stesso tempo devono assimilare tutti gli elementi specifici cristiani forniti dalla Sacra Scrittura.
San Basilo il Grande afferma: “Come dai fiori le altre creature ricavano solo il piacere del profumo o del colore, mentre le api vi attingono anche il miele, allo stesso modo da questi scritti, possono ricavare anche un qualche guadagno per l’anima. Dobbiamo appunto accostarci a tali opere seguendo in tutto l’esempio delle api. E anche noi, se siamo saggi, una volta attinto da quelle opere quanto ci è utile ed è conforme alla verità, il resto lo trascureremo
La presenza di Gesù in un territorio pagano dimostra che in Lui si compiano le profezie, che lui e l’acqua viva, la salvezza e la luce del mondo.
L’acqua spirituale
Nel racconto si raccontava di una donna pagana curiosa, sveglia, aperta al dialogo, che cerca le risposte alla sua vita, trova in Gesù un miracolo, confessa che Gesù è il Messia, si meraviglia e si riconosce sconfitta. Essa è la rappresentante della comunità dei pagani venuti alla fede. Cristo assetato chiede alla dona: “Dammi un po’ d’acqua da bere”(Giovanni 4, 7) Che cosa è l’acqua? L’Acqua è l’elemento primario della vita, ha un impatto fondamentale nella nostra vita, è il principale costituente del nostro corpo. 70% del nostro corpo e della terra sono composti di acqua. Per il filosofo Talete l’acqua è l’elemento primordiale, origine di tutte le cose: senza acqua risulta impossibile la vita. Dobbiamo precisare che c’è un acqua fisica, ma c’è anche l’acqua spirituale che si trova nella Chiesa, il luogo dove l’uomo riceve la grazia salvifica, “acqua viva”.
Nella Chiesa riceviamo il Santo Battesimo con l’acqua e lo Spirito Santo, confessiamo i nostri peccati e riceviamo il perdono, e ci uniamo pienamente con Cristo attraverso la Santa Eucaristia.
Senza acqua non c’è vita, come senza sole non c’è luce è calore, la vita sulla terra non può esistere senza questi elementi esenziali; così è anche la vita spirituale, non può essere concepita senza l’acqua viva che è Cristo che si dona a noi attraverso la grazia dei Sacramenti. Come un seme non può germogliare quando non esistono condizioni esterne favorevoli: umidità, calore e luce, così non può esserci una crescita spirituale senza la grazia delle virtù. Come per la vita terrena dipendiamo dall’acqua naturale, così per la vita eterna dipendiamo dal dono di Gesù.
I sacramenti, le preghiere pubbliche della Chiesa, le preghiere personali, la grazia dello Spirito Santo, danno il calore, la luce, ti riscaldano il cuore; sono l’acqua vivente di cui abbiamo sete. L’acqua che Gesù promette alla donna samaritana è lo Spirito Santo, sorgente d’acqua viva.
In un altro brano Giovani dice: Nell’ultimo giorno della festa delle capanne, Gesù alzandosi in piedi esclamò ad alta voce: «Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno». Questo egli disse riferendosi allo Spirito.
Infine, comprendiamo il fatto che il Vangelo di oggi, invita i credenti a cercare Cristo il Signore che è la sorgente della grazia salvifica chiamato “acqua viva”,
L’acqua che sgorga dalla terra fa crescere l’erba ovunque, da vita alla natura, così è la grazia dello Spirito Santo, che è presente, nel Signore, restaura la natura umana, rafforza la fede e potenzia l’amore. I Santi apostoli, riempiti dallo Spirito Santo, hanno portato fiumi abbondanti della grazia divina con le loro parole e la loro missione.
Secondo la tradizione Ortodossa Bizantina questa donna peccatrice si è convertita, è stata poi battezzata, prendendo il nome Fotinì. Il nome Fotoni viene dal greco e significa (luminoso, luce, che si illumina). Da quel momento si dedicò alla diffusione del Vangelo in Africa e a Roma, dove venne uccisa da Nerone insieme con i suoi due figli e le sue cinque sorelle. San Basilio il Grande parlando della luce e delle tenebre afferma: che Gesù, e il sole che infonde e trasmette la luce è il nucleo divino di cui partono i raggi creatori. Per San Basilio, cosi come un cieco esposto al sole, è assente rispetto al sole, ma il sole generalmente è presente a lui, cosi ogni peccatore e ingannatore è cieco di cuore.
Il vangelo di oggi, ma anche altri brani dimostrano che Gesù ha modo di incontrare tutte le categorie sociali: donne peccatrice, pubblicani, lebbrosi, saduccei etc. Santa Fotini, Maria Egiziana, Mose Arabo, San Paolo e tanti alti santi della nostra chiesa dimostrano che non vi è alcuna caduta, non c’è passione, peccato che non possa essere superato, mortificato o sradicato con l’aiuto del nostro Salvatore, nello Spirito Santo, e con lo sforzo personale. Nella storia della salvezza abbiamo numerosi esempi di ladri, ubriaconi, assassini, lussuriosi, superbi, vanagloriosi, che con un profondo pentimento e con l’aiuto di Gesù, che è la nostra acqua viva, sono diventati i grandi santi della Chiesa
L’incontro fra Gesù e la donna samaritana mostra che il dialogo con chi è diverso, può portare vita. Se la donna avesse seguito le regole della sua cultura, sarebbe dovuta andare via quando avrebbe visto Gesù che si avvicinava al pozzo. In quel giorno, per qualche ragione, ella non seguì le regole prestabilite. Sia lei, che Gesù spaccarono i modelli di comportamento convenzionali, mostrandoci così, ancora una volta, che è possibile costruire nuove relazioni. La Settimana per l’unità dei cristiani è un momento privilegiato di preghiera, di incontro, di conoscenza, di dialogo nella diversità. È l’occasione per riconoscere la propria identità religiosa, ma è anche la possibilità di osservare le ricchezza culturale, religiosa e spirituale e i valori presenti negli altri, che sono diversi da noi, e serve a chiedere a Dio il dono dell’unità e la salvezza.
Chiudo il mio intervento con queste parole, Gesù che si offre gratuitamente per noi e per la nostra salvezza, nella Chiesa, è vicino a voi. E’ con voi. Dovrete tenere il lume acceso e Lo vedrete sempre. Continuate a riempire il lume con piccole gocce d’amore e vedrete quanto è dolce il Dio che amate. Amen.
Padre Pompiliu Nacu